ANCHE UN GIALLO PUÒ EMOZIONARE
Anche con un giallo ci si può emozionare. L’ho scoperto con un libro di Renzo Bistolfi “Le spedizioni notturne delle Zefire” e poi con “Promemoria per il diavolo” di Paolo Domenico Regina. Di certo la lettura è influenzata dallo stato d’animo in cui ci si trova ed uno stesso testo ci può emozionare diversamente se viene riletto una seconda volta; ma ciò che è davvero importante è proprio emozionarsi, sentire vibrazioni dentro di noi senza saper dare ad esse una spiegazione logica, arrivare alla fine di un libro, chiuderlo, e sentire una piacevole sensazione che va ben oltre l’aver scoperto l’assassino di turno. Certo i gialli devono avere una trama basata sull’intrigo, il mistero, la suspense, devono saper creare quello stato di apprensione che impedisce al lettore di staccarsi dalla pagina oppure, nel caso questo sia inevitabile, devono saper provocare il desiderio di riprendere al più presto il filo del racconto. Ma non esiste libro più bello di quello che sa andare oltre se stesso, di quello che regala soddisfazioni e leggeri tremolii dell’animo, che stupisce e ci coglie impreparati, perché l’emozione è tanto più forte quanto inaspettata. Non tutti i libri hanno questo potere ma di certo ogni genere letterario è custode di testi davvero unici sotto questo aspetto. L’ultima parola spetta comunque alla sensibilità di ognuno di noi, che consente, in maniera più o meno intensa, di farci sorridere dentro… segretamente.