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ANCH’IO CI HO PROVATO…

Anch’io ho voluto provare a scrivere per emozionare, per far riflettere attraverso esperienze di vita che chiunque di noi può aver avuto occasione di sperimentare. È stato sicuramente un obiettivo ambizioso; solo il lettore scoprirà se ci sono riuscita. Pur prediligendo il genere del “giallo” perché amo costruire trame intricate per divertire me stessa e per “giocare” con chi scorrerà le mie pagine, sono convinta che sequenze di parole dettate da serie riflessioni interiori possano generare sempre piacevoli emozioni.

Ebbene… con “Come un campo di papaveri”, la mia prima fatica letteraria, ho affrontato il tema della solitudine, così come in parte ha colpito me, in certi momenti della mia vita, e così come immagino venga vissuta da altri, sulla base di esperienze che mi vengono raccontate o da letture in cui mi sono immedesimata.

Nel mio secondo libro “La casa che respirava ancora”, invece, ho voluto approfondire il tema del pregiudizio che tanto influenza chi vive di preconcetti e che incatena chi non sa guardare oltre il proprio punto di vista. Non solo… in questo giallo rifletto anche sull’apparenza che acquista spesso, ai nostri giorni, più valore della realtà senza che chi la esalta si renda conto della sua falsa identità.

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